Il piano green del nuovo Ministero per la Transizione Ecologica

Un’importante novità del nuovo governo è costituita dal Ministero per la Transizione Ecologica, che dovrebbe unificare le competenze sull’innovazione di altri Ministeri (Ambiente, MISE).
Si tratta di un passaggio decisivo soprattutto se inquadrato nel contesto del Piano nazionale ripresa e resilienza: quasi 70 miliardi dei 209 previsti per l’Italia dal Recovery Fund, infatti, sono destinati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica.
Una volta emanato, il Piano green dovrà poi essere approvato dal nuovo Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite).
Si va dall’individuazione, conservazione e valorizzazione delle aree naturali protette alla definizione degli obiettivi e delle linee di politica energetica e mineraria nazionale, passando per i piani in materia di emissioni nel settore dei trasporti, di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione, qualità dell’aria, politiche di contrasto ai cambiamenti climatici, promozione dell’economia circolare e contrasto dei danni ambientali.
Il ministro Cingolani si occuperà inoltre dello sviluppo di tutti gli impianti rinnovabili, compreso l’eolico offshore e i relativi incentivi, ed avrà il compito di creare una rete nazionale di ricarica per garantire i rifornimenti dei veicoli elettrici.
La prima mossa di Cingolani è stata sbloccare la proroga al 2021 degli incentivi per impianti di produzione elettrica alimentati a biogas, contenuta nel decreto Milleproroghe.
Crediamo si possano aprire relativamente presto buone opportunità, vista anche la forte sensibilità alla R&I del nuovo ministro.

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